I nomi di luogo che si riferiscono direttamente o indirettamente al lupo, raccolti all’interno del progetto dell’Atlante Toponomastico del Piemonte Montano (www.atpm.it) e presentati in questa mappa, sono circa duecento; la loro quantità indica che il lupo è stato un elemento rilevante e significativo del sistema faunistico alpino del Piemonte .
Osservando questi nomi sotto il profilo linguistico, possiamo notare che nella maggior parte dei casi il riferimento all’animale si realizza attraverso un appellativo che denota elementi naturali tipici del territorio montano, seguito dai sintagmi ‘del lupo’ (cfr. u Bas du Lü a Cumiana) o, più raramente, ‘della lupa’ (cfr. ël Coumbal 'd la Lua a Bernezzo) o ‘del lupetto’ (cfr. la Roca di Luot a Rorà), oppure dall’aggettivo ‘lupario/a' (cfr. Gumba Luvéra a Roccaforte Mondovì), che può comparire anche da solo (cfr. ra Luvéra a Viola).
Numerose denominazioni contengono un riferimento a conformazioni rocciose di varie dimensioni (pera ‘pietra’; roca, roccho, rocha ‘roccia’; ciapa ‘pietraia’). L'origine di questi nomi è ricondotta dai parlanti ai seguenti tre tipi di motivazione:
Un’altra categoria di denominazioni ricorrenti racchiude una serie di toponimi che indicano pianori (piana, pian; clot/quiot), conche, avvallamenti e canaloni (cřô, croza; coumba, coumbal; tampa), aree prative (pra) e campi (camp), ossia quei luoghi montani più assiduamente frequentati dagli uomini per lo svolgimento delle attività agricole e pastorali, che dunque potevano essere occasione di avvistamenti e incontri ravvicinati.
Trattandosi di aree parzialmente o completamente antropizzate, il contatto con l’animale è spesso percepito dall’uomo come uno sconfinamento potenzialmente minaccioso nei suoi spazi e, allo stesso tempo, come un avvenimento significativo che merita di essere fissato nella memoria toponimica locale. L'origine di questi toponimi, laddove è ancora presente nella memoria dei parlanti, è ricondotta soprattutto ai seguenti motivi:
Registrano un discreto numero di attestazioni sia ‘balma/riparo del lupo’, riconducibile con ogni probabilità alla consuetudine degli animali di aggirarsi o trovare riparo presso anfratti rocciosi, sia ‘tana del lupo’, che identifica quasi sempre rocce o zone rocciose.
La frequenza di queste voci toponimiche trova una spiegazione anche nelle modalità di caccia messe in atto dall’uomo, dal momento che la cattura dei lupacchiotti avveniva, tra aprile e l’inizio di luglio, soprattutto nelle tane, da cui i cacciatori potevano prelevare con facilità intere cucciolate.
L'elevato numero di toponimi che si riferiscono a fonti e sorgenti (fount, fountanë), ma anche pozze e ruscelli (cröös; ri, rian), suggerisce che le fonti d’acqua, necessarie per la sopravvivenza degli animali e degli uomini, sono stati sicuramente altri importanti luoghi di incontro ravvicinato tra le due specie.
Il verbo 'lappare' indica propriamente l’azione di bere leccando con la lingua
La rappresentazione del lupo come elemento da sopprimere in quanto potenzialmente pericoloso e nocivo per l’uomo e soprattutto per il bestiame è testimoniata da una nutrita serie di attestazioni toponimiche che si richiamano esplicitamente alle strategie di caccia secolarmente messe in atto dall’uomo; un’attività venatoria ben documentata, fin dal periodo medievale, dall’istituzione ufficiale di taglie, in genere calibrate in base al sesso e all’età degli esemplari catturati: somme più elevate per le femmine e più basse per i maschi, ancora più ridotte per i cuccioli.
La ricorsività del tipo ‘fossa/buco del lupo/i’ e della formula del tipo '(fossa) luparia' riflette l’ampia diffusione di uno specifico sistema di cattura, costituito da una buca scavata nel terreno, a forma di campana e con un diametro e una profondità sufficienti a contenere gli animali e a impedirne la risalita.
Altri esempi sono lî Loubìe (Massello, TO), lou Loubé (Pinasca, TO), li Loubìa e lou Loubìe (Pramollo, TO), Luère (Tavigliano (BI)
Infine alcuni nomi di luogo si richiamano più genericamente ad azioni di difesa dal carnivoro
Altri esempi sono Guarploup a Pramollo (TO) e Para Louf ‘difesa (dai) lupi’ a Rittana (CN).
In particolare lo stratagemma più ricordato per tenere lontani i lupi consisteva nell’accensione di fuochi.
Si veda anche quanto riportato in merito a Durandin a Ostana (CN), Campu Përsóun-a a Roccaforte Ligure,
A conclusione di questo viaggio tra i nomi di luogo legati al lupo possiamo osservare che le caratteristiche geografiche dei luoghi individuati rendono del tutto plausibile una originaria correlazione tra queste denominazioni e la presenza del carnivoro.
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Il primo podcast italiano sul lupo invita l'ascoltatore a esplorare il legame tra natura selvaggia e mondo umano. "Nelle tracce del lupo" riflette sul nostro rapporto culturale con la natura, seguendo le orme di questo animale misterioso, presente sia nelle Alpi, dove è tornato negli ultimi dieci anni, sia nell'Appennino, dove ha sempre abitato. Come scrive Barry Lopez in "Lupi e uomini", cercare certezze sui lupi è come chiedere certezze alle nuvole. Seguire la loro traccia ci collega a un contesto naturale, culturale e filosofico, spingendoci a comprendere meglio la natura e a percepirne la presenza.
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